Spesso si fa confusione tra realtà virtuale (VR) e realtà aumentata (AR) usando l’una al posto dell’altra o intendendole come sinonimi. Si tratta invece di due tecnologie diverse: con il virtuale si sostituisce completamente la realtà fisica; è una sorta di similarità a distanza, anche se talvolta non del tutto positiva, soprattutto nel caso dell’arte. La VR dovrebbe infatti sempre essere un supporto per portare le persone nel posto reale, e non sostituirsi ad esso (cosa che spesso accade nei musei virtuali).
Tramite la realtà aumentata, invece, si incrementano informazioni, sensazioni ed emozioni in loco, andando oltre la percezione dei 5 sensi. Si tratta di un mix di tecnologie che permettono di osservare l’ambiente circostante “arricchito” con elementi virtuali e multimediali grazie all’utilizzo dei dati forniti dagli strumenti e dai sensori in dotazione ai dispositivi di ultima generazione (fotocamera, sistema GPS, bussola, accelerometro, giroscopio).
Ovviamente AR e VR possono interagire: una funzione interessante che i due strumenti offrono è ad esempio la ricostruzione 3D di monumenti distrutti, possibile se si è di fronte ai loro resti (lo ricordiamo, lo scopo ultimo è sempre portare le persone sul luogo di visita). I campi applicativi sono i più svariati. Dal mondo ludico ai tour aziendali. Fino ad arrivare al mondo culturale. Quest’ultimo molto importante e rilevante per il territorio stesso.
Infatti si crea così un circolo virtuoso: sfruttando la cultura come elemento d’interesse si attraggono i turisti sul territorio valorizzandolo; questi portano poi degli introiti che in parte potranno essere utilizzati per finanziare la cultura stessa.